lunedì 14 marzo 2016

Ma se ci riuscirò un giorno sarai pronto a volare ... E.Finardi


Sono un padre anch'io. Ho dei sogni per mio figlio, contemplo i suoi occhi quando si riempiono di meraviglia per la vita che scopre. Provo a costruire a pezzetti il nostro futuro la sera quando torno a casa dal lavoro e cerco dei momenti solo con loro. 

Questa sera, durante la cena, passava il solito telegiornale con il solito festival dell'orrore del mondo a cui ci siamo tutti anestetizzati. Passavano le immagini apparentemente sempre uguali, tranne una che mi ha fatto trattenere il respiro. Un padre con in braccio il figlio guadava un torrente nel flusso inarrestabile di gente davanti e dietro di lui. 

Il bambino stringeva forte le mani e le gambe abbracciato alla sua roccia, aveva uno sguardo più curioso che spaventato, dall'alto delle braccia di suo padre osservava il mondo intorno a lui. Chissà che pensieri ha fatto ? Chissà che ricorderà? Ho poi pensato a quel padre, e inevitabilmente a me, e a quanta forza mi stava dando quella testimonianza di vita piena di fatica e speranza. Ho immaginato in una frazione di secondo il freddo dell'acqua, le grida degli altri, la forza nelle gambe e la capacità di rimanere in equilibrio, lo sguardo fisso concentrato sulla sponda da raggiungere, i muscoli tirati, il fiato sospeso e per tranquillizzare il bimbo sempre il sorriso sulle labbra. Non ti conosco, ne credo ti conoscerò mai ma questa sera mi aiutato ad essere padre ancora di più. Che Dio ti benedica!

A te e a tutti i padri che in questo giorno hanno dato loro stessi per i loro figli, per voi la poesia di Eugenio Finardi.




   






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